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Carte riciclate e post-consumer

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Nel panorama desolante di un mondo alle prese con i danni causati da un’umanità irrispettosa nei confronti del pianeta che la ospita, un piccolo segnale positivo c’è e ha l’aspetto di un foglio di carta.

La carta è il materiale verso il quale di manifesta una propensione al riciclo più attiva ed antica rispetto ad altri materiali; guardando solo il nostro Paese un segnale incoraggiante ce lo fornisce Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base Cellulosica) che segnala come, dal 2000 al 2010, l’Italia abbia raggiunto quasi l’80% di raccolta di carta, triplicando la percentuale rispetto al decennio passato, quando ancora la maggior parte di carta presente sul mercato era quella bianca.

È evidente che un riciclo della carta, oltre ad essere decisamente semplice da attuare nel quotidiano, possa portare benefici immediati anche all’ambiente: basti pensare al risparmio energetico, al consumo ridotto di acqua, al deficit di inquinamento di fiumi e laghi, oltre ad una salvaguardia del patrimonio boschivo.

Una buona parte della carta con cui veniamo in contatto oggi quindi, sia essa materiale da ufficio o da imballaggio, è il frutto di un processo di  riciclaggio della carta da macero, processo che è stato perfezionato nel corso degli anni per risultare il meno inquinante possibile. 

Carta bianca, carta riciclata, carta ecologica, pre-consumer, post-consumer: ma quante tipologie di carta esistono? Per diventare consumatori e fruitori consapevoli è davvero necessario provare a mettere ordine fra tutti questi termini.

La carta bianca è, fra tutte, la tipologia di carta meno ecologica al momento in circolazione ma, fortunatamente, risulta anche il meno diffuso: è un supporto che utilizza come materia prima la fibra di cellulosa sbiancata, spesso tramite processi chimici con o senza cloro, la cui produzione comporta un enorme dispendio di acqua ed energia. Ad onor del vero esistono oggi procedimenti di sbiancamento meno impattanti che sfruttano composti a base di ossigeno, ma non per questo la carta bianca può essere definita virtuosa dal punto di vista ambientale.

La carta riciclata, invece, è ottenuta tramite la lavorazione della carta da macero. È potenzialmente una delle tipologie di supporto più eco friendly, sebbene sia opportuno fare alcune distinzioni, fra carta riciclata pre-consumer,  carta riciclata post-consumer e carta ecologica.

Con il termine pre-consumer si è soliti indicare la carta ricavata da fogli non stampati o da rifili da cartiera, ottimizzando quindi le risorse già in possesso non ancora immesse sul mercato.

Con il termine post-consumer si indica invece la carta già immessa sul mercato, utilizzata dal consumatore finale che, provvedendo ad un corretto smaltimento, ne consente un riutilizzo proficuo, dando alla materia una seconda vita.

La carta ecologica, infine, indica un tipo di supporto costituito integralmente da fibre di recupero, non è soggetta a operazioni di deinking o sbiancamento e non va quindi assolutamente confusa con la semplice carta riciclata, che può invece contenere fino ad un massimo di 40% di fibra vergine ed è soggetta spesso a processi di sbiancamento che hanno comunque un impatto ambientale. 

Uno strumento che rende davvero sicura la scelta in fatto di carta è la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) che garantisce ad ogni livello una corretta gestione forestale, una catena di approvigionamento gestita in modo responsabile, la tracciabilità dei prodotti derivati ed è il sistema di certificazione forestale più accreditato al mondo. Solo scegliendo prodotti certificati FSC si ha la sicurezza di avere fra le mani un prodotto frutto di una filiera controllata e rispettosa dell’ambiente, volta a proteggere le comunità naturali, a tutelare i diritti dei lavoratori e salvaguardare le popolazioni indigene.

Attorno alla carta riciclata sono circolati per lunghi anni falsi miti che la indicavano come un supporto di qualità inferiore rispetto alla carta bianca, meno resistente, meno performante e inficiante in fase di stampa. Oggi per fortuna la maggior parte di questi preconcetti sono decaduti, anche grazie alle nuove tipologie di carta lanciate sul mercato dai grandi nomi dell’industria cartiera italiana, veri e propri punti di riferimento universali.

Carte create in un’ottica di up-cycling e sostenibilità a partire da resti di pellame, caffè, frutta secca, alghe, agrumi e frutta sono oggi entrate a far parte non solo della quotidianità di alcune aziende, ma risultano particolarmente apprezzate in segmenti di nicchia del mercato che le percepiscono, a ragion veduta, come il risultato di una ricerca avanguardistica in fatto di supporti, capaci di conferire un quid in più a molti progetti.

L’obiettivo dato dall’UE per quest’anno è quello di riuscire a riciclare complessivamente il 74% della carta, un traguardo possibile solo se sarà garantito un efficace gestione della raccolta differenziata, riducendo le esportazioni di carta per il riciclaggio al di fuori dell’Unione Europea, ma anche aumentando la sensibilità sia nei produttori che nei consumatori. 

Ancora una volta il futuro del nostro pianeta è nelle mani di ognuno di noi, a riprova del fatto che siamo gocce di uno stesso oceano e che tutte le nostre azioni, anche le più piccole, possono davvero fare la differenza trasportando noi e le nuove generazioni verso un futuro realmente green.

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