“Arrivato a ottant’anni, sento il desiderio di fermarmi un po’. Di raccontare e raccontarmi. Di condividere con le persone che amo e stimo non solo quei momenti di storia lontana, ma anche quei momenti che appartengono al dopo storia o, se volete, alla cronaca, poiché riguardano cose che son venute dopo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Questo scritto è un omaggio che faccio a me stesso, ma anche ai miei cari e alle tante persone che nel corso della mia vita ho imparato a stimare e a voler bene”.
Così, nella sua premessa, Giancarlo Giantin presenta il suo bellissimo libro dal titolo “Un passo dopo l’altro”. Un libro di ricordi che si scoprono attraverso le quasi 250 pagine dense di memorie e immagini. “Raccontando la mia vita- scrive Giancarlo- provo una strana sensazione, come se mi trovassi in un film e vedessi la pellicola riavvolgersi all’indietro, proponendomi tutti i momenti passati: quelli belli e quelli difficili, i volti e i luoghi conosciuti, le cose e gli oggetti che hanno accompagnato la mia infanzia e la mia gioventù. Sono ricordi lontani, brandelli di vita, fatti di persone, di cose, di situazioni e di sensazioni. Quel tempo è passato e gli anni accumulati sono tanti. Ora è il tempo delle riflessioni e con le riflessioni riemergono nuovamente i ricordi, gli episodi, i luoghi, i volti, molti dei quali sono svaniti per sempre”. A Giancarlo, imprenditore conosciuto e stimato in tutto il territorio della Riviera del Brenta (e non solo), va riconosciuto il grande merito di aver avuto il coraggio di dare vita a un libro che non scendesse nella facile retorica, ma che fosse un libro vero, come la sua personalità.
Un grande aiuto per raggiungere questo risultato va riconosciuto a Vittorio Pampagnin, al quale Giancarlo ha affidato il compito di raccogliere i propri ricordi.
“Quando, qualche tempo fa, Giancarlo mi chiese se ero disponibile a scrivere un breve profilo della sua vita – scrive Pampagnin nell’introduzione – risposi di sì, anche se, vincendo non poche insistenze, già in passato avevo rifiutato simili proposte. Le avevo rifiutate perché questo tipo di scrittura ti porta a frugare nella vita degli altri non con lo spirito di ricercatore ma, piuttosto, con quello del curioso e del pettegolo. Non potevo rifiutarmi con Giancarlo. Non lo potevo per l’antica amicizia che ci lega, per l’onestà che gli riconosco e, non ultimo, per aver accettato che le cose che mi avrebbe raccontato fossero trasferite sulla carta secondo la forma da me scelta. Parlare di se stessi, come ha scelto di fare Giancarlo, non richiede solo il sostegno di una buona memoria che aiuti a collocare le persone, i fatti e le date nei giusti luoghi e nei giusti tempi; ma, soprattutto, richiede una buona dose di coraggio e, principalmente, di onestà intellettuale, perché ti introduce in una dimensione in cui non è consentito barare.
Scegliere di scrivere di se stessi significa dover aprire le porte della propria coscienza e tirare fuori, senza reticenza alcuna, tutto ciò che c’è dentro. Mi sono messo accanto a lui e, un passo dopo l’altro, ho ascoltato i suoi racconti.
Ho conosciuto i suoi amici e con lui ho visto i luoghi della sua infanzia e della sua giovinezza”.
Le pagine del libro che si susseguono una dopo l’altra raccontano tante storie di vita che Giancarlo porta nel cuore: immagini lontane ma anche vicine con i soldati accampati sull’argine del Brenta durante la guerra, i ricordi di scuola, i viaggi per l’Europa, in Asia, a Capo Nord, la famiglia con l’inseparabile e amatissima moglie Lina, gli amici e il lavoro. Già, il lavoro allo scatolificio che Giancarlo prese in mano dall’amato zio Sandro che nel 1968 non si sentiva più in grado di portare avanti.
“Si trattava di una grande responsabilità – afferma Giancarlo – ma non mi spaventai. Decisi di portare una ventata di rinnovamento nell’azienda e iniziai con quella apparentemente più banale; la chiamai Duegi, un breve acronimo che esprimeva le iniziali del mio nome e cognome: il calendario segnava il primo di gennaio 1969. Una nuova avventura era appena incominciata”.
Un’avventura che ha portato lo scatolificio Duegi a diventare nel tempo una tra le migliori aziende del settore per qualità e innovazione e che prosegue il suo cammino grazie all’apporto di Nicola e Piergiorgio, figli di Giancarlo e Lina. Tutto questo raccontano le pagine di Un passo dopo l’altro. Un libro che lascia trasparire la riconoscenza di un uomo verso la vita e i suoi valori, tra cui l’amicizia alla quale Giancarlo ha sempre creduto, come dimostra l’affetto di tante persone che lo circondano.
“Quest’anno è il cinquantesimo anniversario della fondazione dello scatolificio – conclude Nicola Giantin. A breve organizzeremo una grande festa durante la quale faremo visitare l’azienda mettendo in funzione dei macchinari di ultimissima generazione. Mostreremo come si costruiscono le scatole cercando di trasmettere ai nostri ospiti l’emozione che si prova creando un prodotto ormai diventato importante nel mercato per le sua straordinaria versatilità.
Noi mettiamo l’abito al prodotto, generando il famoso effetto sorpresa.
Perché la presentazione è marketing e il contenitore che ospita all’interno il prodotto è il cuore e il veicolo del tuo business”.